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Hai un piano per far durare i tuoi soldi tutta la vita?

Questa è la domanda che si fanno in tanti. Ma non è quella giusta.

La vera domanda è questa:
hai un piano per trasformare i tuoi risparmi in un reddito che duri per tutta la vita?

Perché il rischio più concreto non è “non avere abbastanza”.
È vivere più a lungo dei tuoi soldi.
E accorgerti troppo tardi che hai solo rimandato il problema.

Questo succede per due motivi semplici:
non si è accumulato abbastanza,
oppure — ed è ancora più frequente — non si ha un piano finanziario.

Tutti sanno che bisogna mettere da parte qualcosa per la pensione.
Ma pochi affrontano il nodo vero: come trasformare il capitale accumulato in un reddito affidabile, anno dopo anno.

Eppure non è complicato.
Serve solo un approccio chiaro, costruito su quattro pilastri:
Pianificare. Investire. Prelevare. Monitorare.

In questo articolo voglio partire dal primo.
Perché senza pianificazione, la pensione non è un obiettivo. È una speranza.

Ogni pensione è unica. Anche la tua.

Non esiste una pensione “standard”.
C’è chi sogna sei mesi all’anno in viaggio.
Chi vuole la casa in campagna e più tempo con i nipoti.
Chi desidera semplicemente non doversi più preoccupare di nulla.

Per questo non si parte dai numeri.
Si parte dalla vita che vuoi costruire.

L’approccio giusto è ribaltare la logica e chiederti:
“Che tipo di vita voglio permettermi una volta smesso di lavorare?”
Il piano finanziario deve nascere da lì — dalle tue abitudini, dalle tue ambizioni, dalle tue priorità.

Gli studi lo confermano:
il 54% di chi ha un piano si sente sicuro di raggiungere i propri obiettivi.
Tra chi non pianifica, solo il 18% riesce a dire lo stesso.

Tradotto in parole semplici:
chi ha un piano vive con lucidità.
Chi improvvisa, spera.

RISPARMI ≠ REDDITO

Arrivare a 60 anni con 500.000 euro — o anche un milione — non significa essere a posto per sempre.

Senza una strategia di prelievo e di investimento, rischi due errori opposti:

  • spendere troppo all’inizio e bruciare tutto in pochi anni, oppure

  • spendere troppo poco per paura, rinunciando a vivere.

Entrambi portano allo stesso risultato:
una pensione che non ti somiglia.

Perché molti si accorgono tardi di essere in ritardo

Nel mio lavoro lo sento spesso.
“Fino a qualche anno fa non ci pensavo. Ora inizia a diventare reale.”
“Ho risparmiato, ma non so se basta.”
“Non voglio dipendere dai figli.”
“La pensione pubblica non mi basterà, ma non so quanto avrò davvero.”

Sono frasi vere, di persone vere.
E hanno tutte un denominatore comune: la consapevolezza arriva tardi.

Ma è proprio in quel momento che serve fermarsi e costruire un piano serio.
Non un foglio Excel, ma una strategia con obiettivi, cifre e priorità chiare.

Quanto ti servirà ogni anno?

Una regola pratica dice che, per mantenere lo stesso tenore di vita, in pensione servirà circa il 75–80% del reddito attuale.
Sembra tanto, ma ha senso.
Alcune spese caleranno (il mutuo, i costi legati al lavoro), ma altre aumenteranno: viaggi, tempo libero, salute.

Ecco perché non ha senso parlare di “quanto hai messo da parte” se non sai come vuoi vivere.

Un milione di euro può sembrare tanto, ma se ti servono 90.000 euro l’anno per vivere bene, quei soldi non bastano nemmeno per 12 anni.

Il punto non è quanto hai.
È quanto ti serve davvero, anno dopo anno.

Da dove partire: le spese che contano

Non serve complicarsi la vita con mille fogli Excel o app per tracciare ogni spesa.
Non sarà importante sapere quanto spendi al mese per il parmigiano.

Inizia guardando le spese fisse, quelle che non spariranno mai:
casa, salute, bollette, alimentari.

Poi pensa a ciò che ti fa stare bene: viaggi, cene, sport, regali, piccoli piaceri.
Quelle sono le tue spese senza sensi di colpa.
E vanno messe nel piano, non tagliate.

La pensione non è un premio di consolazione.
È il momento in cui raccogli ciò che hai costruito.
E se hai lavorato trent’anni, hai diritto di farlo con serenità.

Le tue entrate fisse

Ora che hai chiaro quanto ti serve ogni anno, passa a capire quante entrate fisse puoi contare.
Parliamo di:

  • la pensione pubblica (INPS)

  • il TFR

  • eventuali affitti o rendite

  • potenziali eredità

Poi fai questo calcolo:
Fabbisogno annuo – Entrate fisse = quanto devono generare i tuoi investimenti.

Esempio pratico:
Ti servono 90.000 € all’anno per vivere come vuoi.
Tra pensione e affitti, ne entrano 30.000 €.
Ne mancano 60.000 €.

Questa è la cifra che i tuoi investimenti dovranno produrre, in modo sostenibile, anno dopo anno.

Quanto capitale ti serve davvero

La cosiddetta “regola del 25x” aiuta a farsi un’idea:
per ogni euro che vuoi prelevare ogni anno, ti servono circa 25 euro investiti.

Se ti servono 60.000 € l’anno:
60.000 × 25 = 1.500.000 €

Ecco il tuo valore target al momento del pensionamento.
Non è una formula rigida, ma una base concreta da cui partire.

Se sei vicino alla pensione e non ci sei ancora arrivato, non serve farsi prendere dal panico.
Serve agire. Subito.
Con numeri veri e obiettivi realistici.

Ed è qui che entra in gioco il consulente

Perché non si tratta solo di risparmiare “di più” o “investire meglio”.
Si tratta di capire quale traiettoria è sostenibile per te, con le risorse che hai e la vita che vuoi permetterti.

Un piano serio ti dice se puoi stare tranquillo, quanto puoi spendere, e per quanto tempo i tuoi soldi possono sostenerti.

E se i conti non tornano?

Se ti accorgi che il tuo portafoglio è troppo piccolo rispetto al reddito desiderato, puoi intervenire su quattro leve:

  1. Aumentare gli investimenti azionari.
    Usa bonus, TFR, premi o extra per rafforzare il capitale.

  2. Posticipare il ritiro.
    Ogni anno in più di lavoro è un anno in meno da finanziare — e fa crescere anche la pensione pubblica.

  3. Ridurre le spese.
    Taglia il superfluo, non il piacere.

  4. Essere flessibile nei prelievi.
    Anni negativi? Riduci le spese discrezionali.
    Anni positivi? Concediti di più.

Rivedi il piano ogni anno

Nessun piano resta valido per vent’anni se non lo aggiorni.
Nei 5–10 anni che precedono la pensione (e nei primi anni dopo), il piano va rivisto almeno una volta l’anno.

Perché tutto cambia:

  • i mercati,

  • l’inflazione,

  • le tue abitudini,

  • la fiscalità.

L’unico modo per restare sereno è restare preparato e flessibile.

Per concludere

Passare dalla fase di accumulo a quella di spesa è una delle transizioni più delicate della vita finanziaria.
Non puoi permetterti improvvisazioni.
Non basta avere un capitale.
Serve una strategia costruita su misura, pensata per te, per i tuoi obiettivi e per la vita che vuoi permetterti.

Se vuoi capire quanto puoi spendere davvero, per quanto tempo e con quale tranquillità, il momento giusto per farlo è adesso.

Prenota una call di 30 minuti.
Analizzeremo insieme la tua situazione e costruiremo un piano chiaro, realistico e sostenibile per la tua pensione — uno che ti faccia vivere bene, non solo arrivarci.


Hai un piano per far durare i tuoi soldi tutta la vita?

Questa è la domanda che si fanno in tanti. Ma non è quella giusta.

La vera domanda è questa:
hai un piano per trasformare i tuoi risparmi in un reddito che duri per tutta la vita?

Perché il rischio più concreto non è “non avere abbastanza”.
È vivere più a lungo dei tuoi soldi.
E accorgerti troppo tardi che hai solo rimandato il problema.

Questo succede per due motivi semplici:
non si è accumulato abbastanza,
oppure — ed è ancora più frequente — non si ha un piano finanziario.

Tutti sanno che bisogna mettere da parte qualcosa per la pensione.
Ma pochi affrontano il nodo vero: come trasformare il capitale accumulato in un reddito affidabile, anno dopo anno.

Eppure non è complicato.
Serve solo un approccio chiaro, costruito su quattro pilastri:
Pianificare. Investire. Prelevare. Monitorare.

In questo articolo voglio partire dal primo.
Perché senza pianificazione, la pensione non è un obiettivo. È una speranza.

Ogni pensione è unica. Anche la tua.

Non esiste una pensione “standard”.
C’è chi sogna sei mesi all’anno in viaggio.
Chi vuole la casa in campagna e più tempo con i nipoti.
Chi desidera semplicemente non doversi più preoccupare di nulla.

Per questo non si parte dai numeri.
Si parte dalla vita che vuoi costruire.

L’approccio giusto è ribaltare la logica e chiederti:
“Che tipo di vita voglio permettermi una volta smesso di lavorare?”
Il piano finanziario deve nascere da lì — dalle tue abitudini, dalle tue ambizioni, dalle tue priorità.

Gli studi lo confermano:
il 54% di chi ha un piano si sente sicuro di raggiungere i propri obiettivi.
Tra chi non pianifica, solo il 18% riesce a dire lo stesso.

Tradotto in parole semplici:
chi ha un piano vive con lucidità.
Chi improvvisa, spera.

RISPARMI ≠ REDDITO

Arrivare a 60 anni con 500.000 euro — o anche un milione — non significa essere a posto per sempre.

Senza una strategia di prelievo e di investimento, rischi due errori opposti:

  • spendere troppo all’inizio e bruciare tutto in pochi anni, oppure

  • spendere troppo poco per paura, rinunciando a vivere.

Entrambi portano allo stesso risultato:
una pensione che non ti somiglia.

Perché molti si accorgono tardi di essere in ritardo

Nel mio lavoro lo sento spesso.
“Fino a qualche anno fa non ci pensavo. Ora inizia a diventare reale.”
“Ho risparmiato, ma non so se basta.”
“Non voglio dipendere dai figli.”
“La pensione pubblica non mi basterà, ma non so quanto avrò davvero.”

Sono frasi vere, di persone vere.
E hanno tutte un denominatore comune: la consapevolezza arriva tardi.

Ma è proprio in quel momento che serve fermarsi e costruire un piano serio.
Non un foglio Excel, ma una strategia con obiettivi, cifre e priorità chiare.

Quanto ti servirà ogni anno?

Una regola pratica dice che, per mantenere lo stesso tenore di vita, in pensione servirà circa il 75–80% del reddito attuale.
Sembra tanto, ma ha senso.
Alcune spese caleranno (il mutuo, i costi legati al lavoro), ma altre aumenteranno: viaggi, tempo libero, salute.

Ecco perché non ha senso parlare di “quanto hai messo da parte” se non sai come vuoi vivere.

Un milione di euro può sembrare tanto, ma se ti servono 90.000 euro l’anno per vivere bene, quei soldi non bastano nemmeno per 12 anni.

Il punto non è quanto hai.
È quanto ti serve davvero, anno dopo anno.

Da dove partire: le spese che contano

Non serve complicarsi la vita con mille fogli Excel o app per tracciare ogni spesa.
Non sarà importante sapere quanto spendi al mese per il parmigiano.

Inizia guardando le spese fisse, quelle che non spariranno mai:
casa, salute, bollette, alimentari.

Poi pensa a ciò che ti fa stare bene: viaggi, cene, sport, regali, piccoli piaceri.
Quelle sono le tue spese senza sensi di colpa.
E vanno messe nel piano, non tagliate.

La pensione non è un premio di consolazione.
È il momento in cui raccogli ciò che hai costruito.
E se hai lavorato trent’anni, hai diritto di farlo con serenità.

Le tue entrate fisse

Ora che hai chiaro quanto ti serve ogni anno, passa a capire quante entrate fisse puoi contare.
Parliamo di:

  • la pensione pubblica (INPS)

  • il TFR

  • eventuali affitti o rendite

  • potenziali eredità

Poi fai questo calcolo:
Fabbisogno annuo – Entrate fisse = quanto devono generare i tuoi investimenti.

Esempio pratico:
Ti servono 90.000 € all’anno per vivere come vuoi.
Tra pensione e affitti, ne entrano 30.000 €.
Ne mancano 60.000 €.

Questa è la cifra che i tuoi investimenti dovranno produrre, in modo sostenibile, anno dopo anno.

Quanto capitale ti serve davvero

La cosiddetta “regola del 25x” aiuta a farsi un’idea:
per ogni euro che vuoi prelevare ogni anno, ti servono circa 25 euro investiti.

Se ti servono 60.000 € l’anno:
60.000 × 25 = 1.500.000 €

Ecco il tuo valore target al momento del pensionamento.
Non è una formula rigida, ma una base concreta da cui partire.

Se sei vicino alla pensione e non ci sei ancora arrivato, non serve farsi prendere dal panico.
Serve agire. Subito.
Con numeri veri e obiettivi realistici.

Ed è qui che entra in gioco il consulente

Perché non si tratta solo di risparmiare “di più” o “investire meglio”.
Si tratta di capire quale traiettoria è sostenibile per te, con le risorse che hai e la vita che vuoi permetterti.

Un piano serio ti dice se puoi stare tranquillo, quanto puoi spendere, e per quanto tempo i tuoi soldi possono sostenerti.

E se i conti non tornano?

Se ti accorgi che il tuo portafoglio è troppo piccolo rispetto al reddito desiderato, puoi intervenire su quattro leve:

  1. Aumentare gli investimenti azionari.
    Usa bonus, TFR, premi o extra per rafforzare il capitale.

  2. Posticipare il ritiro.
    Ogni anno in più di lavoro è un anno in meno da finanziare — e fa crescere anche la pensione pubblica.

  3. Ridurre le spese.
    Taglia il superfluo, non il piacere.

  4. Essere flessibile nei prelievi.
    Anni negativi? Riduci le spese discrezionali.
    Anni positivi? Concediti di più.

Rivedi il piano ogni anno

Nessun piano resta valido per vent’anni se non lo aggiorni.
Nei 5–10 anni che precedono la pensione (e nei primi anni dopo), il piano va rivisto almeno una volta l’anno.

Perché tutto cambia:

  • i mercati,

  • l’inflazione,

  • le tue abitudini,

  • la fiscalità.

L’unico modo per restare sereno è restare preparato e flessibile.

Per concludere

Passare dalla fase di accumulo a quella di spesa è una delle transizioni più delicate della vita finanziaria.
Non puoi permetterti improvvisazioni.
Non basta avere un capitale.
Serve una strategia costruita su misura, pensata per te, per i tuoi obiettivi e per la vita che vuoi permetterti.

Se vuoi capire quanto puoi spendere davvero, per quanto tempo e con quale tranquillità, il momento giusto per farlo è adesso.

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